È meglio la peggiore delle democrazie della migliore di tutte le dittature. (Sandro Pertini)
Si festeggerà la liberazione e la libertà anche quest’anno cantando, per chi lo vorrà, quasi sicuramente dai balconi. Per fare memoria. Ricordarci di come non è stato semplice arrivare a tutto ciò. Uomini e donne impegnati in prima linea che hanno pagato un prezzo altissimo. Chi ce l’ha fatta nonostante la lotta e la paura, ma anche chi non ce l’ha fatta, evidentemente pagando con la vita.
Pagine tristissime che alcuni evitano di ricordare perché è troppo doloroso, come per esempio per gli eccidi, le fucilazioni, le torture, le violenze sulle donne in generale, partigiane in particolare. E chi, cancellando un periodo storico fondamentale, non vuole che sia fatta memoria. E invece dobbiamo ricordare tutto, anche e soprattutto l’indicibile.
Non ho letto moltissimo su questo fatto storico perché ho avuto la fortuna, io la reputo tale, di aver avuto dei nonni e dei genitori che la cronaca me l’hanno raccontata di persona. Ho apprezzato giusto qualche film e alcuni libri su degli accadimenti particolari.
Ma il senso ultimo di tutto quello che accadrà oggi, giorno in cui siamo tuttora limitati nei nostri spostamenti, è maggiormente importante per fare memoria. Celebrare una libertà conquistata dopo la guerra che tutti sappiamo e che non vogliamo più incontrare di nuovo. Pazienza per chi vuol sminuire e magari annullare questa ricorrenza.
Tutto ciò che è stato non potrà cadere nell’oblio perché non vogliamo dimenticarlo noi, uomini e donne innamorati della democrazia e della libertà, e anche perché certe pagine di storia non si ripetano più. Mai più.
La fotografia esprime una duplice valenza: la speranza di tornare a festeggiare baciandoci e abbracciandoci di nuovo, ma anche la trasmissione dei valori alle generazioni future. Lo devo ai miei nonni e ai miei genitori.
Buon 25 aprile a tutti!