Sabato sera niente penna e carta, pc o libri. Troppo stanca. In questi casi un bel film è perfetto per me.
Sì, lo ammetto: ho un debole per i film immersi in un’ambientazione libresca, girati sia a Londra che negli incantevoli paesaggi inglesi.
Dunque Il club del libro e della torta di bucce di patata di Guernsey mi è subito sembrato molto singolare e interessante. Già dal titolo. Nell’atmosfera sia tragica che magica degli anni ’40, la significanza e la potenza della scrittura è indagata, omaggiata. È anche svelata la difficoltà e il coraggio per portarla avanti. In particolar modo con una manciata di frasi, pensate dalla scrittrice protagonista, che arrivano dritte dove devono, in modo forte e chiaro.
Ma siccome, com’è giusto e comprensibile, i lettori sono molto più numerosi e necessari per dare valore agli scrittori, in questo film giocano un ruolo altrettanto importante.
Dall’inizio alla fine si rappresentano i libri che svelano mondi, sia interiori che esteriori. Danno significato alla realtà. Annullano le distanze e avvicinano le persone che li amano. E ne necessitano.
In questo film (come spesso nella vita) tutto ciò farà da specchio ai sentimenti. E le scelte di vita saranno naturali e irrinunciabili.
Come aprire un libro e perdersi nel suo mondo.