Lo scrittore e il poeta scrivono nel buio. Non necessariamente il buio notturno ma anche e soprattutto il buio interiore.
Scriviamo nel buio anche quando ci troviamo in piena luce, come di giorno o come in uno stato d’animo gioioso e felice. Questo accade perché l’atto dello scrivere presuppone un’interiorizzazione tale da costringere l’autore a calarsi nel buio creativo, necessario per escludere tutto il resto e poter così dare, il più limpidamente possibile, voce a ciò che gli occhi del cuore suggeriscono alle mente.
Cosa ne pensate?
Dipende cosa intendi per buio. Intendi il blu notte dello spazio dove tutto può accadere, i pianeti vibrano e le stelle pulsano o un buio cieco, profondo e stretto?
Forse entrambi i luoghi ci appartengono ma per me le idee, i personaggi e le immagini arrivano dal primo. Buona scrittura. mt
Grazie per aver condiviso il tuo pensiero.
Per me è l’insieme di entrambi: prima il buio profondo, poi l’illuminazione come una cascata di stelle che piovono nella mia testa in forma di idee.
Certamente il buio è la culla della scrittura ed è anche l’habitat ideale della luce. Se non ci fosse il buio, riusciremmo a vedere la luce? E viceversa. La scrittura nasce nel buio ma cambia tutto in luce.
Concetto molto chiaro e condivisibile. Sono d’accordo.